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Antonio Ligabue. Una vita d’artista

31 ottobre 2020 – 5 aprile 2021 | Palazzo dei Diamanti

Antonio Ligabue (1899-1965) è stato uno degli artisti più originali del Novecento, capace di emozionare con una pennellata di colore e di trasportarci all’interno del suo mondo genuino e visionario.
Nato a Zurigo, dopo un’infanzia e un’adolescenza difficili viene espulso dalla Svizzera e giunge nel
1919 a Gualtieri, in provincia di Reggio Emilia, patria del padre adottivo. Anche qui la sua vita resta durissima, segnata da ostilità, incomprensioni e ripetuti ricoveri negli ospedali psichiatrici. Ma Ligabue resiste, trovando nella pratica artistica quel “luogo sicuro” che non ha mai avuto. La pittura e la scultura diventano il mezzo per trasformare le difficoltà in opportunità e per dar voce ai suoi pensieri.
La mostra documenta tutta l’attività di Ligabue attraverso oltre cento opere, tra dipinti, sculture e
disegni, alcune mai esposte sinora. Nel percorso emergono i temi fondamentali della sua ricerca: dal diario intimo degli autoritratti ai paesaggi del cuore, dai ritratti alle nature morte, dagli animali selvaggi a quelli domestici, dai paesaggi agresti alle scene di caccia e alle tormente di neve. Un racconto che pone l’accento sulla singolarità della sua poetica e rivela la forza naturale, pura e istintiva del suo genio.

Internazionale a Ferrara 2019

Giornalisti e autori da tutto il mondo arrivano a Ferrara per una serie di conferenze e incontri gratuiti. Informazione e attualità, economia e letteratura, fumetti e fotografia: 240 ospiti, 31 paesi, 60 testate giornalistiche e 120 incontri. Per conoscere il mondo e cercare di capirlo.

Dal 4 al 6 ottobre si terrà la tredicesima edizione di “Internazionale a Ferrara”, una delle iniziative più significative del panorama culturale italiano. L’intento del festival è quello di ricreare dal vivo un intero numero di Internazionale, con la presenza di giornalisti, scrittori e redattori che collaborano con il settimanale.

Organizzato da Comune di Ferrara, Provincia di Ferrara, Università degli Studi di Ferrara, Internazionale e Arci Ferrara, insieme alla Regione Emilia-Romagna, alla Fondazione Teatro Comunale di Ferrara e all’Associazione IF, il festival rispecchia la linea editoriale della rivista che pubblica ogni settimana i maggiori nomi del giornalismo e della cultura internazionale. Roberto Saviano, Amira Hass, Arundhati Roy, Marjane Satrapi, Noam Chomsky, Lucia Annunziata, Gad Lerner, Daria Bignardi, Dana Priest, Hu Shuli sono solo alcuni degli ospiti ospitati nel corso degli anni a Ferrara.

La manifestazione, ospitata nei prestigiosi spazi del centro storico di Ferrara nel rispetto della sostenibilità ambientale e dell’accessibilità per tutti, affronta tematiche di grande attualità e di rilevanza sociale, economica e politica, in grado di suscitare l’interesse e il coinvolgimento di un pubblico sempre più numeroso.

Altre info su: https://www.internazionale.it/festival

Ferrara sotto le Stelle 2019

Un ricco calendario di appuntamenti importanti, che spaziano all’interno di tutta la musica contemporanea.

Nato nel 1996 e ben presto riconosciuto come uno dei festival estivi più qualificati in Italia, Ferrara sotto le Stelle presenta ogni anno importanti nomi della musica italiana e internazionale, spaziando fra autori di fama mondiale e giovani talenti emergenti, senza distinzioni di generi.

Ferrara sotto le Stelle non ha mai fatto mancare all’estate ferrarese un’occasione per vivere la grande musica attraverso performance uniche in Italia. L’immagine del grande palcoscenico all’ombra del Castello Estense è diventata l’emblema della rassegna.

Il programma completo.

Il Rinascimento parla ebraico

L’esposizione, a cura di Giulio Busi e Silvana Greco, affronta uno dei periodi cruciali della storia culturale della Penisola, decisivo per la formazione dell’identità italiana, svelandoci un aspetto del tutto originale, quale la presenza degli ebrei e il fecondo dialogo culturale con la cultura cristiana di maggioranz.
Opere pittoriche come la Sacra famiglia e famiglia del Battista (1504-1506) di Andrea Mantegna, la Nascita della Vergine (1502-1507) di Vittore Carpaccio e la Disputa di Gesù con i dottori del Tempio (1519-1525) di Ludovico Mazzolino, Elia e Eliseo del Sassetta, dove spuntano a sorpresa significative scritte in ebraico. Manoscritti miniati ebraici, di foggia e ricchezza rinascimentale, come la Guida dei perplessi di Maimonide (1349), acquistato dallo Stato italiano meno di un anno fa. O l’Arca Santa lignea più antica d’Italia, mai rientrata prima da Parigi, o il Rotolo della Torah di Biella, un’antichissima pergamena della Bibbia ebraica, ancora oggi usata nella liturgia sinagogale.
Nel Rinascimento gli ebrei c’erano ed erano in prima fila, attivi e intraprendenti. A Firenze, Ferrara, Mantova, Venezia, Genova, Pisa, Napoli, Palermo e ovviamente Roma. A periodi alterni accolti e ben visti, con un ruolo non secondario di prestatori, medici, mercanti, oppure oggetto di pregiudizio. Interpreti di una stagione che racchiude in sé esperienze multiple, incontri, scontri, momenti armonici e brusche cesure. Il MEIS racconta per la prima volta questo ricco e complesso confronto.
Ricostruire tale intreccio di reciproche sperimentazioni significa riconoscere il debito della cultura italiana verso l’ebraismo ed esplorare i presupposti ebraici della civiltà rinascimentale. E significa ammettere che questa compenetrazione non è sempre stata sinonimo di armonia, né di accettazione priva di traumi, ma ha comportato intolleranza, contraddizioni, esclusione sociale e violenza ai danni del gruppo ebraico, impegnato nella difficile difesa della propria specificità.
Con questa nuova narrazione, valorizzata dalla coinvolgente scenografia dello studio GTRF di Brescia, il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara segna un passaggio cruciale della propria offerta al grande pubblico. Non solo perché la mostra costituisce un ulteriore capitolo del racconto dell’ebraismo italiano (dopo quello sui primi mille anni, oggi trasformato in prima parte del percorso permanente), ma anche perché questa nuova sezione tocca il cuore della missione del MEIS: testimoniare il dialogo complesso ma possibile, talvolta fruttuoso, pur non privo di ombre, tra minoranza e maggioranza. Una lezione preziosa che l’Italia raccoglie dalla sua storia per offrirla al presente, a un’Europa sempre più multiculturale e chiamata a interrogarsi sulle proprie radici.

Il Rinascimento parla ebraico è organizzato dal MEIS, con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, della Regione Emilia-Romagna, del Comune di Ferrara e dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane – UCEI.
Il biglietto è valido per tutto il percorso espositivo (mostre sui primi mille anni di ebraismo italiano e sul Rinascimento), per lo spettacolo multimediale Con gli occhi degli ebrei italiani, per Lo Spazio delle Domande, il Giardino delle Domande e il docufilm Eravamo Italiani sui sopravvissuti italiani alla Shoah.
Catalogo bilingue Silvana Editoriale.

Dettagli

1 – Dal mare alle Valli di Comacchio

L’itinerario, corredato di bike map, inizia al Lido degli Estensi, in prossimità del traghetto di collegamento con Porto Garibaldi che carica anche le biciclette.

Uscendo dal Lido, verso l’entroterra, si incrocia e si segue sulla destra Via Cagliari che sottopassa la Strada Statale 309 Romea all’altezza del ponte sul Porto Canale; in breve si raggiungono gli ampi spazi tranquilli delle Valli di Comacchio. Dopo il Canale Logonovo, dove pescano le reti dei bilancioni, si giunge alla Salina di Comacchio, rifugio di vivaci colonie di uccelli acquatici, tra cui gli splendidi fenicotteri rosa. Lungo il sentiero verso Casone Foce si ammira la Torre Rossa, antica costruzione difensiva.
Da Stazione Foce partono le escursioni guidate nelle valli e in salina, a piedi o in battello.
Seguendo a destra la strada arginale di Valle Fattibello, si raggiunge il centro storico di Comacchio: ponti, canali, musei, chiese, portici e profumo di pesce sono le note di questa pittoresca cittadina. Una sosta alla Manifattura dei Marinati è d’obbligo per conoscere la storia e la lavorazione dell’anguilla. Dalla cittadina una ciclabile riconduce a Porto Garibaldi.
Scarica la comoda bike map del percorso con cartografia e road book dettagliato da mettere sul manubrio della tua bicicletta.

LUOGHI DELL’ITINERARIO

3 – Il grande anello d’acqua del Burana

Dal cuore della città estense un percorso ad anello lungo importanti vie d’acqua conduce nella campagna ferrarese fino a Bondeno percorrendo una sicura pista ciclabile.

A Bondeno l’itinerario si innesta nella ciclabile sull’argine del fiume Po e consente di ammirare il paesaggio fluviale di un tratto del percorso cicloturistico “Destra Po” fino a Francolino, da cui si raggiunge il Castello di Ferrara.

TEMPO DI PERCORRENZA

Lunghezza km 56,77

Difficoltà adatto a tutti, percorso pianeggiante su strade per la maggior parte ad uso esclusivo dei ciclisti, con brevi tratti a traffico misto sopratutto negli attraversamenti in città, a Ferrara e Bondeno.

LUOGHI DELL’ITINERARIO

2 – Nelle terre del Primaro: da Ferrara ad Argenta

Un lungo itinerario nel cuore del delta antico del Po.

Da Ferrara ci si inoltra nel classico paesaggio della campagna a sud della città e lungo il corso del Po di Primaro fino a Traghetto, dove il Primaro si immette nel fiume Reno. Il percorso in bicicletta procede fino ad Argenta, 6a Stazione del Parco del Delta del Po, con le sue Oasi naturalistiche inserite nell’Ecomuseo, le sue valli, i suoi musei dedicati al rapporto della cittadina con le acque, da cui a lungo è stata circondata.

TEMPO DI PERCORRENZA

Lunghezza km 41,66
Difficoltà adatto a tutti, percorso pianeggiante su strade secondarie a bassa intensità di traffico misto

LUOGHI DELL’ITINERARIO

6 – Destra Po: tra natura e storia

Il percorso cicloturistico Destra Po è lo straordinario itinerario che accompagna il grande fiume negli ultimi chilometri della sua ricerca del mare.

Si parte da Stellata di Bondeno, al margine occidentale della provincia di Ferrara, e si giunge fino a Gorino Ferrarese: il percorso corre sulla riva destra del fiume Po ed è adatto a tutti, adulti e bambini, per la caratteristica andatura pianeggiante.
Destra Po è inserito tra gli itinerari internazionali del progetto Eurovelo e costituisce una emozionante avventura: mentre la natura sollecita mille piacevoli sensazioni, ogni luogo, ogni centro abitato ha una storia da raccontare, e offre piccoli e grandi doni che arricchiscono non semplicemente la vacanza ma… il bagaglio della vita.

I 120 km della ciclopista Destra Po possono essere suddivisi in 5 TRATTE:

  1. Stellata- Pontelagoscuro (km 35)
  2. Pontelagoscuro – Ro (km 16)
  3. Ro – Serravalle (km 26)
  4. Serravalle – Mesola (km 20)
  5. Mesola – Goro (km 16)

TEMPO DI PERCORRENZA

Lunghezza del percorso
km 123,810
Difficoltà
percorso pianeggiante adatto a tutti, con un breve tratto sterrato nella parte finale. Strade per lo più ad uso esclusivo dei ciclisti, con pochi brevi tratti a traffico misto.

LUOGHI DELL’ITINERARIO

5 – Là dove scorreva il fiume

Vi fu un tempo in cui il Po scorreva a sud di Ferrara e lambiva un trafficato porto fluviale, fonte di ricchezza della città nel Medioevo.

Una serie di inondazioni, nel sec. XII, deviò l’alveo maggiore del fiume più a nord, mentre il Po di Ferrara iniziò a perdere portata, fino a scomparire quasi completamente. In quella zona sorse con il tempo un nuovo quartiere.
La passeggiata si snoda nella Ferrara meridionale e attraversa il centro storico medievale, con i suoi rinomati monumenti: il possente Castello Estense, sede della corte degli Estensi fino al 1598 e circondato dal fossato, la Cattedrale, Casa Romei, il raffinato Palazzo Schifanoia con i suoi affreschi del Quattrocento, il Monastero di Sant’Antonio in Polesine, il Museo Archeologico con i reperti greco-etruschi di Spina.
Il percorso poi, dopo aver toccato la Chiesa di San Giorgio, prima cattedrale di Ferrara, raggiunge la zona verde dove corre la ciclabile ai piedi delle mura. Questo tratto antico di cortina muraria fu profondamente trasformato nel secondo Cinquecento per ordine del duca Alfonso II con l’aggiunta di tre imponenti baluardi ad “asso di picche”.

TEMPO DI PERCORRENZA

Lunghezza percorso: km 9,010
Difficoltà: percorso pianeggiante su strade di città, ciclabili e in zona a traffico limitato.
Periodo consigliato: tutto l’anno.

LUOGHI DELL’ITINERARIO

3 – La città rinascimentale

Nell’anno 1492 il duca Ercole I, spinto da motivazioni economiche, politiche, militari e di prestigio, decise di ingrandire la capitale del ducato inglobando fra le mura la vasta zona a nord del Castello.

Il progetto, riuscito poi di una modernità sorprendente, fu affidato a Biagio Rossetti, uno dei più originali architetti e urbanisti del Rinascimento italiano, e venne denominato “Addizione Erculea”.
Dal Castello si ammira la grandiosità del Corso Ercole I d’Este, fulcro dell’Addizione Rinascimentale a metà del quale si staglia il Palazzo dei Diamanti, così chiamato per via delle oltre 8.000 pietre a forma di piramide o diamante che ne coprono le due facciate.
Il complesso di Palazzo Massari, affiancato da un magnifico giardino, ospita importanti collezioni, tra cui il Museo dedicato a Giovanni Boldini e quello di Filippo de Pisis; nei pressi si apre l’ampia Piazza Ariostea, con la statua del poeta Ludovico Ariosto. Il percorso conduce al Tempio di San Cristoforo alla Certosa, con la sua mole incontrastata, l’abbraccio dei porticati, l’interno prezioso di arredi e dipinti che ne rappresentano la memoria storica e spirituale. La semplice Casa di Ludovico Ariosto completa l’itinerario.

TEMPO DI PERCORRENZA

Lunghezza percorso: km 4,72
Difficoltà: percorso pianeggiante su strade di città, ciclabili e in zona a traffico limitato.
Periodo consigliato: tutto l’anno.

LUOGHI DELL’ITINERARIO